
La Garfagnana è uno dei luoghi più belli della Toscana e nasconde un’area che merita assolutamente di essere visitata. Stiamo parlando dell’Orrido di Botri, uno dei canyon più belli d’Europa e il più profondo della Toscana. Ma prima di andare a scoprire i trekking e le attività da fare in questa straordinaria area, raccontiamone le sue peculiarità.

L’Orrido di Botri è una riserva naturale creata negli anni ‘70 con lo scopo di proteggere e tutelare le aquile reali, che già da tempo nidificavano nelle profonde gole del canyon. Si tratta di una gola calcarea dalle pareti altissime, incastrata alle pendici dei monti Tre Potenze e Rondinaio. È un luogo particolarmente affascinante, ma con al tempo stesso un lato più tetro: il nome non è sicuramente casuale. Le pareti della gola sono strette e, una volta imboccato il canyon, non vi sono vie d’uscita secondarie; solo arrivati a fondo si può tornare indietro.
Proprio per questo motivo, l’accesso all’Orrido di Botri è regolamentato, per fornire una maggiore sicurezza ai visitatori, ed è necessario prenotare l’accesso. Ovviamente, trattandosi di una gola senza via di uscita, se non quella dell’andata, è molto importante fare attenzione alle condizioni atmosferiche. In ogni caso, se avete comunque voglia di passare una giornata adrenalinica esplorando l’Orrido di Botri, c’è anche la possibilità di farlo insieme a delle guide esperte.
Innanzitutto, è necessario avere un caschetto. Essendo un posto stretto e profondo, non è raro che dei piccoli sassetti o altri detriti cadano verso il basso. Un’altra cosa fondamentale sono delle scarpe adatte ad un terreno roccioso e impervio: delle scarpe da trail running o degli scarponi da trekking vanno benissimo. Oltre a portare con sé acqua e qualche snack, è sempre importante avere un capo d’abbigliamento per proteggersi dal freddo o dalla pioggia. Ricordiamo, inoltre, che nei mesi invernali il sito naturalistico è chiuso al pubblico.

L’escursione all’Orrido di Botri è una delle più belle e interessanti della Toscana, ma che cosa vi potete aspettare inoltrandovi nell’Orrido? Oltre alle ripide pareti spettrali, il canyon ospita una flora variegata e stupenda. I livelli più bassi della gola, quelli più umidi, nascondono una grande quantità di muschi e licheni, mentre salendo di quota le piante umide lasciano spazio ad aquilegie e silene.
Per il trekking dell’Orrido, si parte dalla località di Ponte Gaio e si inizia a risalire la gola scavata dal torrente Pelago. Proprio per questo, camminiamo su un letto di ciottoli, cercando la traccia più asciutta, anche se a volte è inevitabile bagnarsi i piedi. In un tratto particolare, chiamato le Prigioni, a seconda dei livelli dell’acqua del torrente, potrebbe essere necessario camminare con i piedi immersi per circa un centinaio di metri.
Alla fine, dopo circa un’ora e mezzo di cammino, si arriva al Salto dei Becchi, dove una volta era possibile procedere salendo con l’ausilio di corde. Oggi, però, in seguito alle piene, alcune corde e ancoraggi non sono più sicuri ed è sconsigliato proseguire oltre. Ci si può, invece, fermare a rilassarsi nelle pozze d’acqua prima di tornare indietro verso il Ponte Gaio.

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.
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