Il Sass Putia, una delle gemme delle Dolomiti, è più di una semplice montagna. È un simbolo, un monolite che si erge maestoso, raccontando storie di tempi antichi e avventure moderne. Immerso in un paesaggio che sembra dipinto da un artista, il giro del Sasss Putia è un viaggio che va oltre la semplice escursione: è un’esperienza che tocca l’anima, unendo la sfida del trekking alla meraviglia della natura incontaminata.
Iniziamo la nostra avventura al Passo delle Erbe, un punto di partenza situato a ben 2.000 metri di altitudine. Da qui, il sentiero si apre davanti a noi come un tappeto verde, costellato di fiori alpini che colorano il paesaggio. I primi passi sono avvolti dal profumo dei pini e dal canto degli uccelli, mentre il panorama delle Dolomiti fa da sfondo.
Procedendo lungo il sentiero, la montagna inizia a svelare i suoi segreti. Ogni curva offre una nuova prospettiva, ogni salita è un invito a scoprire cosa si nasconde oltre. Dopo circa un’ora di cammino, giungiamo al Rifugio Genova. Questo accogliente rifugio, incastonato tra le rocce, è il luogo perfetto per una breve sosta: magari per gustare una tazza di tè caldo o uno spuntino a base di prodotti locali.
Riprendendo il cammino, il sentiero si fa più ripido. La sfida è ora quella di raggiungere il Rifugio Sass Putia, un punto strategico che offre una vista mozzafiato sul Sasso Putia e sulle valli circostanti. Qui, prendiamoci un momento per respirare profondamente e ammirare la grandezza della natura che ci circonda.
La salita verso la cima del Sass Putia è la parte più impegnativa ma anche la più gratificante del percorso. Con ogni passo, la vista si fa sempre più spettacolare. Una volta raggiunta la vetta, a 2.875 metri, il mondo sembra aprirsi sotto di noi: un panorama a 360 gradi sulle Dolomiti, con vette che emergono come giganti di roccia dal manto verde delle valli.
La discesa, pur essendo meno faticosa, richiede attenzione e cautela. Il sentiero serpeggia tra rocce e radure, offrendo nuovi scorci e panorami. Lungo il cammino, teniamo gli occhi aperti: la fauna alpina è sempre pronta a farsi vedere. Marmotte che prendono il sole, camosci agili tra le rocce e, se siamo fortunati, l’elegante volo dell’aquila reale.
Rientrando al Passo delle Erbe, il nostro punto di partenza, il senso di soddisfazione è immenso. Questo giro attorno al Sasso Putia è un’esperienza che rimarrà impressa nella memoria, unendo sfida fisica, bellezza naturale e momenti di puro stupore.
Il nome “Putia” deriva dal ladino e significa “punta”. Ma questa montagna non è solo nota per la sua forma distintiva. La leggenda locale racconta di un re gigante che dorme all’interno del Sasso Putia, vegliando sulle valli circostanti. Inoltre, per gli appassionati di geologia, il Sasso Putia è un vero e proprio tesoro: le sue rocce raccontano una storia di milioni di anni, offrendo spunti preziosi sulla formazione delle Dolomiti. E per chi ama la letteratura, è interessante notare che alcune descrizioni del Sasso Putia sono apparse in antichi manoscritti e diari di viaggio, sottolineando l’importanza e la bellezza di questa montagna attraverso i secoli.
Concludere il giro del Sasso Putia è come chiudere un libro avvincente. Ogni passo, ogni sguardo lanciato verso l’orizzonte, ogni respiro di aria pura diventa un ricordo indelebile. Questa montagna, con la sua maestosità e le sue storie, ci invita a riflettere sulla grandezza della natura e sulla nostra piccola, ma significativa, presenza al suo interno. Lasciarsi alle spalle il Sasso Putia significa portare con sé un pezzo di Dolomiti nel cuore, con la promessa di tornare, di riscoprire e di continuare a sognare.
Sono Alessio Gabrielli, ho 25 anni. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Tor vergata. Sto proseguendo gli studi presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo.
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