Le Cinque Terre sono una delle destinazioni più visitate in Italia. Famose per le caratteristiche case pittoresche e le coste frastagliate sul mare della Riviera di Levante sono, indubbiamente, alcuni tra i luoghi più belli al mondo. Monterosso è il paese più grande delle Cinque Terre ed è conosciuto per i suoi antichi orti di limoni, di cui scriveva Eugenio Montale. Non tutti sanno però che a Monterosso è possibile camminare lungo un percorso che porta indietro nel tempo, fino all’era del giurassico. Ecco quindi, il percorso “giurassico” ad anello di Monterosso di Punta Mesco, nella Liguria di Levante.
Piazza colorata nel villaggio delle Cinque Terre di Monterosso
Il trekking sul giurassico porta fino al promontorio di Punta Mesco svetta a Ovest di Monterosso ed è conosciuto per la storia antichissima delle rocce che si possono trovare. Si chiamano Ofioliti, rocce serpenti, e si sono formate nel giurassico superiore, tra i 145 e 175 milioni di anni fa. Sono rocce ricche di minerali dagli spettacolari riflessi verdi e blu che racchiudono milioni di anni di storia, e sono una vista imperdibile della Riviera di Levante. Andiamo a vedere come raggiungere Punta Mesco.
Per raggiungere il promontorio si effettua un trekking ad anello che parte proprio dal paese di Monterosso. Il percorso parte dal sentiero 509 e si inerpica attraversando Valle del Morione, passando per gli antichi orti di limoni racchiusi in muri a secco di arenaria, di cui raccontava Montale ne “I Limoni”, in un elogio alla natura aspra e brulla dei suoi luoghi preferiti.
Salendo lungo la valle si apre uno scenario nuovo ogni centinaio di metri. Lasciati alle spalle i limoni, ci si immerge in un ambiente alberato, ricco di querce da sughero, castagni e lecci, ma anche qualche vigneto.
Anello di Monterosso
Risalita la valle inizia il sentiero vero e proprio che ci porterà intorno a Punta Mesco e alle sue rocce giurassiche. Si prende, infatti, il sentiero AG05 e ci si inerpica lungo il fianco della montagna, dove si cammina proprio sugli Ofioliti giurassici.
Camminando si superano varie basse cime come il Monte Rossini, dove il panorama mozzafiato spazia fino a vedere le isole di Palmaria e Tino. Sul Monte Negro, più avanti, invece offre una vista sul versante opposto nella Valle di Levanto e fino al promontorio di Portofino, con le Alpi a fare da sfondo in lontananza.
Proseguendo, finalmente, superato il rudere dell’Eremo di Sant’Antonio, si arriva in cima a Punta Mesco e davanti a noi si apre un panorama mozzafiato. Da qui, osservando verso Est si possono vedere tutti i borghi delle Cinque Terre da Monterosso e Vernazza fino a Riomaggiore, con i loro colori e le loro scogliere ripide e frastagliate, ricoperte dalla vegetazione.
È il momento di tornare indietro, verso Monterosso, e fortunatamente il percorso è molto breve e tutto in discesa. Si prende il sentiero 590 che scende velocemente verso il paese, passando accanto alla dimora estiva di Eugenio Montale, fino ad arrivare alla località di Fegina che ospita l’unica grande spiaggia delle Cinque Terre.
In tutto, per completare il trekking ad anello di Monterosso, ci vogliono circa cinque ore di camminata per circa 500 metri di dislivello. E’ importante quindi seguire le regole che vigono sempre quando si affronta un percorso in montagna, ovvero avere l’equipaggiamento giusto, scarpe o scarponcini da trekking e strati diversi per coprirsi in caso di vento, pioggia o freddo. E per finire, importantissima, una quantità adeguata di acqua, soprattutto se si affronta il trekking nei mesi più caldi.
Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito GoodTrekking portando avanti la mia passione per il trekking e l'outdoor
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