Questo giro che ha come apice l’ascesa al Rifugio Pian di Cengia è tanto bello quanto duro: circa 18 km per un dislivello superiore ai 1.100 metri. Tutta la fatica però è ampiamente ripagata perché questo percorso arriva fin dentro al cuore del Parco delle Tre Cime, uno dei luoghi più belli, famosi e iconici di tutte le Dolomiti. Oltre al Rifugio Pian di Cengia, il più alto del Parco visto che si trova a quota 2.528 metri, questo itinerario tocca altri luoghi che, al solo nominare, fanno venire la pelle d’oca agli amanti della montagna: il Rifugio Zsigmondy-Comici e il Rifugio Antonio Locatelli, un’autentica terrazza sulle Tre Cime di Lavaredo.
Anche se non ci sono tratti con passaggi tecnici, questo giro che parte e arriva da Pian di Val Fiscalina è catalogato come difficile vista la lunghezza e il dislivello, un percorso impegnativo adatto soprattutto a escursionisti esperti. La bellezza dell’itinerario però ha pochi eguali: non solo le Tre Cime, ma anche i Laghi dei Piani e il panorama mozzafiato a 360° sulle Dolomiti di Sesto che si ha dal Pian di Cengia, sono tutte meraviglie che ben valgono il “prezzo del biglietto”. In più il verde – che più verde non si può, come se fosse uscito fuori dalla tavolozza di un pittore impressionista – della Val Fiscalina, aggiunge quel tocco di colore rispetto al predominare della roccia nella buon parte della camminata.
Che non si tratta di un percorso “banale” lo si capisce fin dalla partenza. Pian di Val Fiscalina infatti è una delle valli più belle delle Dolomiti, ma larici e abeti dopo circa 2 km dal parcheggio dove si può lasciare l’auto iniziano a diradarsi come si oltrepassa il Rifugio Fondovalle. Dal rifugio infatti occorre imboccare il sentiero 103 che sale subito con decisione con pendenze anche superiori al 30%. Il tratto fino al Rifugio Zsigmondy-Comici è impegnativo, ma si arriva ai piedi della Croda dei Toni e la visuale è da incanto. Manca però un altro tratto molto duro. Dal Comici infatti occorre prendere il sentiero 101 che sale fino al Rifugio Pian di Cengia in circa un’ora: anche in questo caso le pendenze sono impegnative visto che arriviamo nel rifugio più alto dell’intero parco.
Arrivati al Pian di Cengia una sosta è d’obbligo – su prenotazione tramite il sito ufficiale qui si può anche pernottare – visto l’incredibile panorama sulle Dolomiti di Sesto che si può ammirare. Proseguendo sempre per il sentiero 101, si arriva dopo poco più di 2 km di falsopiano al Rifugio Antonio Locatelli, uno dei più celebri – e frequentati – dato che si trova in prima fila per godere della piena visuale di quel gioiello chiamato Tre Cime di Lavaredo. Nel caso si riesca a staccare gli occhi delle Tre Cime, prendendo il sentiero 102 e passando accanto ai Laghi dei Piani e tra le montagne dell’anfiteatro dolomitico, in una discesa con alcuni tratti impegnativi si torna al punto di partenza chiudendo così questa sorta di anello.
Per molti il punto forte di questo percorso è l’arrivo al Locatelli per la vista impareggiabile sulle Tre Cime. Al rifugio comunque ci permettiamo di consigliare anche una piccola deviazione per fare almeno una parte del vicino camminamento tra le trincee scavate nella roccia durante il periodo della Prima Guerra Mondiale. Senza voler nulla togliere alle Tre Cime – ci mancherebbe! – occorre dare il giusto merito alla bellezza del Rifugio Pian di Cengia, una sorta gemma incastonata nella roccia che offre una visuale unica sulle Dolomiti di Sesto.
A prescindere si tratta comunque di uno dei trekking più belli delle Dolomiti, che permette in una sola giornata di toccare quattro rifugi storici e vedere panorami unici, anche se il percorso è lungo e durante la prima parte assai impegnativo considerando le dure pendenze della salita. Insomma è uno di quei giri che ogni amante della montagna deve fare almeno una volta, con l’unica pecca che è dovuta al grande affollamento dei rifugi in alcune particolari giornate.
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