In una stradina non segnalata tra le piccole dolomiti c’è un lago sconosciuto e molto affascinante ai piedi delle Tre Croci

Adriano Bocci  | 01 Mag 2024
Terme di Recoaro, paesaggio montano
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C’è un lago piccino piccino immerso nel verde e nel silenzio, che riposa placidamente in un percorso costellato da giganti. Ai piedi delle Tre Croci, nelle Piccole Dolomiti, quello che viene comunemente conosciuto come Lago Creme ha un altro nome, Lago Sea del Risso (o Xea del Risso) ed è così puro che ci si va a pescare.

In piene Prealpi Vicentine, all’altopiano delle Montagnole, potete immergervi nella quiete e nel verde a 1050 metri sopra il mare). Il Sea del Risso sta proprio in mezzo al Sentiero dei Grandi Alberi. Ora che le giornate tornano soleggiate è finalmente il momento giusto per farsi il sentiero e far foto a manetta. E perché no, portare anche la canna da pesca.

1 Bonus: tutto il percorso

 

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Per arrivare al Lago Sea del Risso (o Creme) c’è bisogno di farsi quasi tutto il percorso 120 del CAI, il Sentiero dei Grandi Alberi. Anzitutto siamo in zona Recoaro, a 1000 metri s.l.m., nello specifico a Recoaro Mille. Si comincia dalla Trattoria La Gabiola (qui su Maps) e dopo un po’ di strada asfaltata si trova nelle vicinanze il Casare degli Asnicar, con le tipiche casette. Queste le trovate facendo una piccola deviazione non necessaria, se non allo spirito. Una volta erano coperte di paglia, ma ormai sono state sostituite con la lamiera.

Dopo poco, sul percorso principale, vi troverete un bivio. Andando a destra c’è un percorso semplice con 250 metri di dislivello, mentre andando a sinistra c’è quello da 425 metri ben più panoramico. Noi, ovviamente, vi consigliamo quello panoramico (a meno che non siate già stanchi).

Durante tutto il percorso c’è il gruppo montano del Carega, della Valle dell’Agno e della Catena delle Tre Croci. Tutto questo in aggiunta agli “alberi monumentali d’Italia”, così come indicano i cartelli e gli occhi. Sono alberi multisecolari con anche 5 metri di circonferenza, e troverete diversi tigli.

Vacca di Recoaro Terme

E diverse vacche “autoctone” che pascolano tra una malga e l’altra. È buona educazione salutarle, tutte.

Tutto sommato il percorso va sui 10 km e qualcosa, quasi 11 per la versione panoramica che poi, comunque, si ricongiunge con quello base. Il turistico sfiancheggia il monte Anghebe. Comunque, ricordiamo che il percorso 120 finisce al Rifugio Cesare Battisti (questo qui) e dura sulle 3 ore (veloci) – 3 e mezzo (con calma, e sangue freddo).

2 Sea del Risso e il Rifugio Cesare Battisti

 

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Un post condiviso da Daniele Zadra (@danielezadra60)

Dopo 4 km e mezzo troverete la Malga Morando (e poco prima, la loro ghiacciaia, che sembra una piccola grotta con una porticina. Dopo la malga c’è una stradina vicino alle pozze d’alpeggio, che passa per prati e boschi e porta alla Malga di Podeme.

Praticamente a oltre metà percorso alla Malga di Podeme, a 1076 m s.l.m., c’è una stradina che non è segnalata. Ora come ora siamo sull’Altopiano delle Montagnole. Il percorso non segnalato è quello che ci porterà al Lago Sea del Risso: di norma non è molto semplice trovarlo a causa della vegetazione.

 

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Un post condiviso da Enzo Guiotto (@enzoguiotto)

Siamo in primavera ed è il momento migliore per apprezzare le gradevoli sfumature di turchese tutto attorno. Assicuratevi di fare foto su foto qui, perché tutto intorno c’è il gruppo delle Tre Croci e dello Zevola. Contate che giustamente in inverno è tutto ghiaccio, per quanto non sia grandissimo, e in estate è ancora più piccolo.

E comunque, viene chiamato (sbagliando) lago del Creme perché si trova vicino alla Malga Creme. Il laghetto è una zona di pesca regolamentata, così per dire, fate buon uso di questa informazione in moderazione e rispetto. Comunque, continuando sul Sentiero dei Grandi Alberi c’è Malga Pace e Malga Rove, in un sentiero in mezzo al bosco. Siamo verso la fine del percorso.

3 Rifugio Cesare Battisti

Rifugio Battisti - Vajo, Wikimedia
Rifugio Battisti – Vajo, Wikimedia

Da qui c’è un bivio, uno panoramico e uno un po’ meno panoramico: quello panoramico è più diretto e più complesso perché passa sulla ghiaia, ma anche su un bosco di pino mugo. L’altro invece scende a valle per poi risalire: entrambi vi portano alla fine dell’itinerario, al Rifugio Cesare Battisti alla Gazza (qui). È una bellissima baita, e a seconda di quando andate (e arrivate) potrebbe essere semplicemente lo sfondo di una foto col pienone.

Ergo, potendola trovare piena, portatevi qualcosa da mangiare in riserva. Il rifugio è il centro di tante attività di trekking, nordic walking, mountainbike e anche di arrampicata sulle rocce. In inverno tutto ciò si traduce in passeggiate con le ciaspole.

Vi consigliamo caldamente di visitare il sito ufficiale per eventuali comunicazioni. Potete tornare indietro con lo stesso percorso dell’andata, o meglio, farvi i percorsi che non avete scelto. Poi un po’ di vin brulè che ci sta sempre bene. Vicino al rifugio c’è un percorso secondario con una trincea della Grande Guerra.

Adriano Bocci
Adriano Bocci

Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.



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