In Umbria c’è il borgo dell’acqua miracolosa: si trova tra le colline e raggiungerlo è veramente affascinante

Emma Valenti  | 04 Ott 2023
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L’acqua. L’origine di tutte le cose, l’elemento primo che permette che la vita si crei. Ecco che Rasiglia basa la propria esistenza e la propria economia proprio sull’acqua. Le sue sorgenti sono infatti quello che caratterizza di più questo piccolo borgo incantato, assieme all’arte e ai mulini. Andiamo dunque ad esplorare insieme questa piccola oasi di pace che si colloca all’interno della Valle del Mentore, nonché al di fuori del tempo. Perdiamoci in questo paradiso sulla Terra.

La storia della magnifica Rasiglia

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Più di mille anni sono ormai passati da quando l’uomo ha stabilito il proprio piede sulla sorgente di Capovena. Quest’ultima ha origine proprio in cima a questo borgo così unico nel suo genere. L’acqua accarezza i lati delle case come delle vecchie amiche, mentre la pietra, anno dopo anno, ne porta i segni. Ma torniamo al XIV secolo, alla Signoria dei Trinci. Del loro passaggio abbiamo la testimonianza all’interno dell’antico castello ormai ridotto a rovine. In questo periodo, Rasiglia, per quanto piccola, si rivelò grande nelle attività mercantili. I professionisti utilizzavano l’acqua per lavorare la lana ed il pellame. Sorsero lanifici, tintorie, concerie…oggi abbiamo ancora la possibilità di toccare gli strumenti che venivano usati in passato. Parliamo degli strumenti utilizzati da coloro che a Rasiglia si occupavano di tessere. Gli arcolai, il telaio Jacquard, sino ad arrivare ai primi anni del ‘900, con la centralina idroelettrica che alimentava i lanifici.

L’importanza della fede: il Santuario della Madonna delle Grazie

Gli abitanti di Rasiglia conservano ancora una fede che è più unica che rara di questi tempi. Ogni tre anni in questa piccola Venezia si festeggia, onorando la Madonna delle Grazie. Il Santuario è il luogo più importante di tutta Rasiglia. Lo si raggiunge attraverso un sentiero immerso nei boschi. La leggenda narra che un pescatore, nel 1.450, mentre stava percorrendo il fiume lungo il fosso di Terminara, si imbatté in un gruppo scultoreo abbandonato tra i rovi. Erano rappresentati la Madonna in preghiera, il bambino nudo e degli angeli. Si trattava di una scultura in terracotta, colorato con dei vibranti colori pastello. Ecco che dopo questo ritrovamento gli abitanti di Rasiglia decisero di erigere un Santuario al di sopra di quel fosso. È importante sapere che il fosso di Terminara era denominato così poiché confine tra la Diocesi di Foligno (di cui Rasiglia è parte) e quella di Spoleto. Moltissimi gli ex voto che adornano le pareti del Santuario. Si narra che la statua originale si ruppe durante una processione e che le mani della Vergine furono ricostruite attraverso un calco, mentre le mani vere vennero montate su un’altra statua di legno, vestita (oggi il simulacro venerato dai fedeli).

Il rito della vestizione: la devozione degli abitanti di Rasiglia

La Madonna viene coperta con tre abiti. Due di questi tre vestiti le sono messi a rotazione, mentre il terzo è il più antico e le viene fatto indossare solo ogni tre anni durante la festa. La vestizione della Madonna avviene solamente al riparo da eventuali occhi indiscreti e sono delle donne scelte appositamente a compiere questo rito. È importante per le donne avere cura di non scoprire mai il corpo di Maria, per mantenere la massima sacralità. La statua si cela sopra all’altare maggiore, di solito coperta alla visione pubblica tramite un pannello di legno. Anche scoprirla e permettere a tutti di vederla succede di rado. Ciò succede principalmente per preservare la misticità che la circonda. L’attesa crea desiderio ed il desiderio crea ammirazione. La meraviglia negli occhi degli abitanti di Rasiglia alla vista di questa statua di Maria è davvero qualcosa di incredibile. La Madonna suscita in loro commozione allo stato puro.

Informazioni utili

Credit dell’immagine del Santuario della Madonna delle Grazie: https://rasigliaelesuesorgenti.com/santuario/

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Emma Valenti
Emma Valenti

Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.



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