Chiudiamo gli occhi e sentiamo le grida, il dolore, la storia che si consuma, il passato che non scompare con il tempo: certe ferite rimangono, cicatrici testimoni di un segno che la storia non può cancellare. Siamo ad Anghiari, un borgo in provincia di Arezzo, teatro di una ferocissima battaglia. Partiamo alla scoperta di questo intrigante posto.
Rappresentazione della Battaglia di Anghiari
Nel 1440 si disputò una delle battaglie più sanguinose, veloci e violente della storia: la battaglia di Anghiari. La guerra era tra milanesi e fiorentini; i fiorentini vinsero in meno di 24 ore e, dal giorno alla notte, il Ducato di Milano subì la sua ferita più profonda. Una delle ragioni per le quali abbiamo molte informazioni su tale avvenimento è il celeberrimo dipinto di Leonardo da Vinci, realizzato su una delle pareti del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. L’opera, purtroppo, non è rimasta integra e oggi non ci sono tracce della pittura. Sappiamo, però, che Leonardo non portò mai a compimento totale la sua opera, a causa di un problema nell’intonaco.
La battaglia di Anghiari non è, purtroppo, l’unico dipinto di Leonardo ad aver subito danni. Anche il Cenacolo (noto come l’Ultima Cena) subì importanti restauri, prima di essere conservato nella sua versione attuale. In tal caso, il problema è legato alla circostanza che Leonardo dipinse il suo capolavoro “a secco“, anziché “a fresco“. Il termine affresco deriva proprio dal fatto che veniva steso l’intonaco sul muro e non veniva fatto asciugare prima di iniziare a dipingere. La tecnica a secco consisteva, invece, nel far asciugare l’intonaco prima di iniziare a dipingere. Quest’ultima opzione dava l’opportunità al pittore di ottenere molti più effetti realistici. Fu per questo che Leonardo Da Vinci scelse la tecnica a secco per la realizzazione dell’Ultima Cena, nonostante la tecnica non permettesse all’intonaco di assorbire tutto il colore.
La tecnica a fresco era molto più durevole. Per fortuna, abbiamo le copie del dipinto di Leonardo rappresentante la battaglia di Anghiari. La più celebre, e forse anche la più bella, è quella di Pieter Paul Rubens, un bravissimo artista fiammingo. Possiamo ammirare la bravura di Rubens nell’imitare lo stile di Leonardo, specialmente nelle facce molto espressive. È come se potessimo sentire il terrore uscire da questa bozza.
Dopo la battaglia di Anghiari, il borgo è riuscito a rinascere. Situato all’estremo ovest della Toscana, in provincia d’Arezzo, questo straordinario paese è caratterizzato da aria è pulita e una moltitudine di palazzi storici da visitare. Tra cultura e gastronomia, Anghiari è risorta dalle proprie ceneri come una fenice e oggi è uno dei borghi più turistici della Toscana.
I luoghi di interesse sono numerosi: Palazzo Pretorio, il Castello di Montauto, il Castello di Pianettole e il Museo della Battaglia e di Anghiari, dedicato alla storia della battaglia e al meraviglioso dipinto di Leonardo. Presso il museo sono, inoltre, custoditi strumenti che risalgono all’uomo di Neanderthal, armi da fuoco dei tempi della Rivoluzione francese e sculture dell’epoca romana. Insomma, la cultura di Anghiari non può deluderci. E poi, siamo in Toscana, la cucina è sempre il giusto diversivo per trascorrere delle ore piacevoli, alla scoperta delle tradizioni locali.
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