
I Maya, un popolo che ci ha affascinati, che abbiamo studiato e che continuiamo a studiare, a cerare di capire. Ecco che nella nostra amata penisola c’è un angolo di mondo che potrebbe sembrare il Perù. Tuttavia, qui è la Toscana a sfoderare i suoi assi nella manica.
Eccoci a Bibbona, classificata tra le “Spighe verdi 2017“, in provincia di Livorno. Ci troviamo di fronte ad un fenomeno naturale che conosce la pazienza del tempo e la meraviglia che esso crea in collaborazione con la sua migliore compagna di vita: Madre Natura. Andiamo dunque a scoprire le grotte gialle di Bibbona (o grotte gialle dei Maya).

Proprio quando pensiamo che la nostra amata regione Toscana non potrebbe sorprenderci di più di quanto non abbia già fatto, arriviamo di fronte alle meravigliose grotte gialle di Bibbona, completamente naturali. Qui è stata l’acqua, che continuando a ticchettare e ad agire sul calcare ha creato una struttura naturale completamente immersiva e davvero incredibile. Ci troviamo in un antico fondale marino, che ci porta indietro nel tempo di circa un milione di anni.
La denominazione “grotte gialle” deriva dal colore giallognolo che la pietra ha assunto grazie alla presenza di minerali come il ferro e lo zolfo. E chi avrebbe mai detto che avremmo provato le sensazioni di Indiana Jones? L’ingresso alle grotte gialle di Bibbona avviene mentre siamo immersi nella vegetazione. Eccoci qui nella penombra, quando i nostri occhi si accorgono delle grottesche e misteriose facce scolpite in bassorilievo nella roccia che ci guardano. Siamo nell’ombra, ma questo vuol dire che ogni volta che uno spiraglio di luce colpisce quei volti essi sembrano muoversi, come sculture rimaste troppo ferme per restare ancora silenziose.
Ovviamente, per la passeggiata nelle grotte ricorda di indossare scarpe comode e abbigliamento adeguato alle basse temperature.

Ed in questa atmosfera un po’ magica, le grotte gialle di Bibbona non fanno altro che farci domandare una cosa: perché ci sembra di essere in un tempio Maya? Chi le ha realizzate? Torniamo indietro nel tempo ed arriviamo al tempo degli etruschi, nel IV-V secolo a.C. e ci troviamo di fronte ad una necropoli. Ad ogni modo, coloro che ci hanno messo mano ha creato un’esperienza indimenticabile nelle grotte gialle di Bibbona.
Per quanto le formazioni di stalattiti e stalagmiti non smettano mai di emanare bellezza, questi volti deformi in qualche modo ci parlano. Non si capisce bene che cosa vogliano rappresentare, per molti sono caricature (cosa molto probabile) di volti umani e animali. Ogni volta che le guardiamo ci formiamo un’opinione diversa. È proprio quest’atmosfera di mistero e ritualità che ha dato alle grotte gialle di Bibbona il soprannome di grotte gialle “dei Maya”.
Entrare in questo luogo vuol dire entrare all’interno di un inno al passato, quel passato così lontano che diviene leggenda.

Giornalista pubblicista, laureata in lettere. Scrivo da sempre, prima per passione, poi anche per lavoro, prima sulla carta stampata e ora sul web per raccontare brand, luoghi ed esperienze.
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