Due punte unite da una cresta: a 2720 metri di altitudine per uno dei monti più belli della Lombardia

Antonia Festa  | 30 Ott 2025

Nel cuore delle Prealpi Orobiche, tra le vette maestose e i verdi pascoli, si nasconde un’esperienza di trekking davvero appassionante: il Monte Aga. Questa montagna, meno conosciuta rispetto ad altre cime delle Alpi, consente un’immersione totale nella natura incontaminata. Un viaggio tra storia, leggende e panorami mozzafiato, che racconta la magia dei paesaggi lombardi.

Monte Aga: escursione tra le creste alpine da non perdere

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza: Circa 5 ore (andata e ritorno)
  • Distanza: 10 km circa
  • Dislivello: 700 metri
  • Difficoltà: Medio-alta
  • Segnavia percorso: Segnalazione bianca e rossa con numero 103
  • Periodo adatto: Da giugno a ottobre
  • Dove parcheggiare: Parcheggio disponibile presso la località di partenza, vicino alla chiesetta di San Rocco.

Percorso

IS: 483111778

Il trekking sul Monte Aga inizia nel pittoresco borgo di Carona, precisamente nella frazione Pagliari. Da qui, parte l’escursione lungo una strada asfaltata che, in pochi minuti, conduce alla prima tappa: la strada di servizio dell’Enel, contrassegnata dalla segnaletica 210 CAI. Questo tratto del percorso, immerso in una natura rigogliosa, offre la possibilità di ammirare la cascata della Val Sambuzza, un vero e proprio spettacolo naturale.

Proseguendo, si raggiungono le baite del Dosso, costruzioni tradizionali che testimoniano storie di montagna e di vita quotidiana. Da qui, si può seguire il sentiero 209 CAI, che serpeggia tra i boschi e conduce al Rifugio Longo. Il tratto successivo è, forse, il più affascinante. La salita, seppur impegnativa, è ricompensata dalla vista della diga del lago del Diavolo. Seguendo il segnavia 253 CAI, il percorso si snoda sotto il maestoso pizzo di Cigola, fino a raggiungere il passo omonimo. Qui, la natura si fa più selvaggia: la salita attraversa una conca glaciale, dove la neve persiste anche in estate, creando un paesaggio da cartolina.

L’ultimo tratto verso la vetta meridionale del Monte Aga è un’emozione pura. A dominare il panorama c’è una Madonnina, simbolo di protezione per gli escursionisti. Da questa posizione privilegiata, lo sguardo può spaziare sul Diavolo e Diavolino, sul Poris, il Grabiasca e la vasta conca del Calvi. Per la discesa, si hanno due alternative: ritornare lungo il percorso di salita o avventurarsi attraverso i ripidi pascoli erbosi della Val Camisana. Quest’ultima opzione, più impegnativa ma anche più suggestiva, conduce direttamente alle sorgenti del Brembo, un luogo magico e quasi fiabesco. Il ritorno a Pagliari avviene lungo la strada dell’Enel, con il costante sottofondo delle cascatelle del torrente Brembo, che accompagnano l’escursionista fino alla fine dell’avventura. Per affrontare al meglio questo percorso, è fondamentale mantenersi idratati!

Storie e leggende sul Monte Aga

Il Monte Aga non è solo un luogo di straordinaria bellezza naturale, ma è anche avvolto da antiche storie e leggende. Si narra, ad esempio, che le sue pendici siano state il rifugio di briganti e fuorilegge che, nel corso dei secoli, hanno trovato in questi luoghi inaccessibili un perfetto nascondiglio. Molti escursionisti, inoltre, sostengono di aver avvertito una strana energia mentre percorrevano i suoi sentieri, quasi come se la montagna avesse un’anima propria. Alcuni raccontano di aver sentito sussurri tra gli alberi o di aver avvistato strane luci durante le notti di campeggio.

Ma non è tutto. Il Monte Aga è anche famoso per la sua flora e fauna. Durante la primavera e l’estate, i prati si colorano di fiori rari e profumati, mentre gli animali, come camosci e marmotte, possono essere avvistati lungo i sentieri. E, se siete fortunati, potreste anche incrociare il volo di un’aquila reale, che nidifica nelle zone più alte della montagna. Il trekking sul Monte Aga non è solo un’escursione tra sentieri e vette, ma un vero e proprio viaggio nell’anima delle Prealpi Orobiche. Ogni passo svela un nuovo angolo di paradiso, ogni sosta offre l’opportunità di riflettere e di connettersi con la natura. Che siate escursionisti esperti o principianti, questa avventura vi lascerà un ricordo indelebile, un legame profondo con una montagna che ha tantissimo da raccontare. E, una volta raggiunta la vetta, il mondo sembrerà davvero a portata di mano, con la promessa di nuove avventure all’orizzonte.

Antonia Festa
Antonia Festa

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.

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