
Quando si sente parlare di Repubblica Dominicana, la mente corre subito alle grandi spiagge di Punta Cana e alla classica vacanza ai Caraibi. Ma esiste un altro volto dell’isola, molto meno conosciuto e infinitamente più sorprendente: un territorio fatto di foreste tropicali, lagune interne, cascate raggiungibili a cavallo, coltivazioni di cacao biologico e comunità rurali che vivono ancora secondo ritmi antichi. Un viaggio che non è solo mare, ma scoperta.
La base perfetta per esplorarlo è la zona di Miches, sulla costa nord-orientale, dove ho trascorso le prime giornate del viaggio soggiornando al Bravo Premium Viva Miches, un villaggio affacciato su un litorale ancora incontaminato, lontano dai grandi flussi turistici. Un luogo che permette di godersi la vacanza in maniera completa, ma soprattutto di partire, ogni mattina, alla scoperta di spiagge incontaminate e panorami mozzafiato, perché il modo migliore di soggiornare in Repubblica Dominicana è nei Villaggi Bravo.

La prima escursione è stata un concentrato di natura e tradizioni. Un camion safari ci ha portati fin sulla Montaña Redonda, un’altura arrotondata che domina l’intera regione: da una parte l’oceano, dall’altra la Baia di Samaná e le lagune interne, tra cui la Laguna Limón, uno degli ecosistemi più ricchi del Paese. La vista dall’alto è spettacolare: una distesa verde interrotta solo dal blu intenso del mare. Da lassù si capisce perché questa parte dell’isola sia vista come un paradiso dai fotografi naturalistici.
Sulla cima, le celebri altalene sospese nel vuoto regalano una prospettiva unica del paesaggio, mentre gli hammock panoramici permettono di vivere il posto con lentezza. È un luogo che sembra creato apposta per fermarsi e respirare la natura.
Poi il safari ha proseguito verso una casa tipica dominicana, dove una famiglia locale ci ha mostrato il ciclo del riso e la lavorazione tradizionale di alcuni frutti tropicali. Un incontro semplice, ma che racconta molto di più di un museo o di una brochure: qui la terra è ancora vita quotidiana, non attrazione.

L’escursione si è conclusa sulle rive della Laguna Limón, circondata da palme e mangrovie, dove il rumore più forte è il volo degli aironi sopra l’acqua. Un luogo perfetto per capire quanto questa zona del Paese sia ancora natura inesplorata.
La giornata successiva è stata una delle più complete del viaggio, un mix di relax tropicale e avventura attiva. Prima tappa: Cayo Levantado, una piccola isola nella Baia di Samaná, circondata da acqua turchese e sabbia bianca. Qui si resta colpiti da quanto il mare sia trasparente, quasi immobile, protetto dalla forma naturale della baia. Ombra di palme, fondali bassi, ritmi lenti: la classica idea di paradiso caraibico che, nel nord dell’isola, è ancora godibile senza sovraffollamento.
Dopo il pranzo in riva al mare, la seconda parte della giornata ha preso una piega più avventurosa: un trasferimento nell’entroterra, fino a un ranch dove siamo saliti a cavallo per raggiungere, attraverso un sentiero nella giungla, la celebre Cascada Limón, una delle cascate più iconiche della Repubblica Dominicana. Il trekking a cavallo non è impegnativo, ma immersivo: si attraversano torrenti, radure, filamentose piante di bambù, profumo di terra bagnata e frutti tropicali.
L’arrivo alla cascata è un premio visivo: venti metri d’acqua che si tuffano in una piscina naturale dove è possibile fare il bagno. Il classico posto dove il tempo si ferma e dove l’eco del viaggio ti raggiunge solo dopo, quando ti accorgi che il rumore dell’acqua ha cancellato ogni altro pensiero.

La terza escursione ha mostrato un lato ancora diverso del Paese: quello delle piantagioni di cacao biologico, uno dei prodotti orgogliosamente dominicani insieme al caffè e al rum. Su un camion safari si entra in una fattoria a conduzione familiare, dove si segue ogni fase di lavorazione: raccolta delle cabosse, essiccazione, fermentazione, macinazione, preparazione del cioccolato caldo puro, denso e aromatico. Lontanissimo dal cioccolato industriale.

Dopo il cacao, la visita si sposta in una fattoria tradizionale dove la biodiversità è protagonista: banani, manioca, spezie, animali da cortile. È una lezione di agricoltura tropicale raccontata da chi vive la terra ogni giorno, senza invenzioni per turisti.
Il tour si conclude a Miches, un piccolo centro costiero con negozi colorati, moto che vanno e vengono, musica latina che arriva da una finestra aperta. Qui si respira la Repubblica Dominicana quotidiana, quella che vive negli occhi delle persone.
Dopo tre giorni immersi nella natura verde di Miches, il viaggio è proseguito verso sud, fino a Bayahibe, località più conosciuta per il mare turchese e la vicinanza alle isole protette del Parco Nazionale dell’Est. Qui ho soggiornato al Bravo Viva Dominicus Beach & Palace, un villaggio affacciato su una spiaggia bianca lambita da un’acqua calma e trasparente. Un nuovo punto di partenza, questa volta per esplorare la costa e le isole.
Il primo impatto è mare caraibico, atmosfera vivace e la possibilità di trovare negozi e locali anche fuori dal villaggio. Ed è proprio la sera che infatti è arrivato il cambio di ritmo: spettacolo e musica al Coco Bongo, dove si alternano ballerini, acrobati, scenografie, musica live e un pubblico internazionale. Un tuffo nella parte più festosa dell’isola.
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Da Bayahibe parte una delle escursioni più famose e suggestive della Repubblica Dominicana: quella all’isola di Saona, un simbolo nazionale di bellezza naturale. La giornata inizia con la navigazione fino alle Piscine Naturali, una distesa di acqua bassa e trasparente dove si nuota tra stelle marine, in un mare talmente chiaro da sembrare illuminato dal basso. Qui si vive quel momento di sospensione che ci si aspetta dai Caraibi: acqua calda, sabbia liscia, silenzio rotto solo dalla risata dei gruppi in viaggio.

Si prosegue verso il Canto de la Playa, una delle spiagge più incontaminate dell’isola, con palme alte, sabbia chiarissima e nessuna costruzione umana. Poi ancora navigazione fino al villaggio di Mano Juan, un piccolo insediamento di pescatori dove il tempo sembra scorrere più lentamente e dove si vive ancora senza fretta, senza rumori, senza cemento. Qui si incontra davvero la Repubblica Dominicana autentica.
Il rientro in catamarano al tramonto è uno dei momenti più iconici del viaggio: vele aperte, vento caldo, luce dorata, mare in controluce. Un finale perfetto.
L’ultima escursione è stata la più culturale e la più intensa dal punto di vista umano. Il Viva Safari porta a scoprire una Repubblica Dominicana lontana dai luoghi da cartolina: si inizia dal fiume Chavón, circondato da una scenografia naturale che ha ospitato anche le riprese di film come Apocalypse Now. Si prosegue in una fabbrica artigianale di sigari, dove si osserva la lavorazione del tabacco, uno dei mestieri identitari del Paese.
Il momento più forte arriva nel Batey La Magdalena, una piccola comunità rurale dove si visita una scuola elementare: banchi di legno, sorrisi timidi, lavagne piene di parole in spagnolo. È il tipo di incontro che ti ricorda che viaggiare non è solo guardare, ma anche entrare in relazione.
Poi ancora natura agricola: piantagioni di caffè e cacao, degustazione di prodotti locali, il taglio della canna da zucchero, con spiegazione della sua importanza economica nel Paese. La giornata si conclude nella città di Higüey, con la visita alla Basilica della Altagracia, simbolo religioso nazionale.
Questo viaggio ci ha fatto capire che esiste una Repubblica Dominicana ben diversa dall’immagine che circola comunemente. Una destinazione che può essere mare da cartolina, certo, ma anche trekking a cavallo nella giungla, safari culturali, piantagioni biologiche, villaggi di pescatori, panorami che uniscono oceano e foresta, comunità rurali che vivono ancora secondo ritmi antichi.
È un viaggio perfetto per chi cerca un’esperienza completa: avventura soft, contatto con la popolazione locale, escursioni attive ma accessibili, mare spettacolare, ma non solo. Un itinerario che unisce scoperta, cultura e relax, senza dover scegliere tra uno e l’altro.
Per chi ama la natura, questo è il lato più autentico e sorprendente della Repubblica Dominicana da cui iniziare.

Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 della gestione editoriale del sito GoodTrekking portando avanti la mia passione per il trekking e l'outdoor
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