Da diverso tempo, ormai, la Sardegna non è più conosciuta solo per il suo meraviglioso mare ma è diventata meta privilegiata anche per appassionati di escursionismo e trekking.
Il suo territorio eterogeneo, caratterizzato da un ricchissimo patrimonio naturalistico, offre ai viaggiatori un’ampia scelta di escursioni in cui praticare del trekking in Sardegna vista mare.
Si va infatti dalle dolci escursioni nelle colline del Barigadu e del Montiferru, ai sentieri impervi del Gennargentu, del Supra Monte di Orgosolo e dei Tacchi dell’Ogliastra; a tutto questo si aggiungono le diverse soluzioni per appassionati di arrampicata. Ma solo alcuni di questi percorsi hanno la spettacolare particolarità di affacciarsi sul profondo mare sardo, donando a chi guarda uno spettacolo di giochi di colore: dal verde marino dei bassi fondali al blu inteso degli abissi. Andiamo quindi a vedere quali sono i 5 trekking in Sardegna vista mare da non perdere.
Se siete (giustamente!) abituati ad arrivare in spiaggia comodamente in auto…qui scordatevelo! In Sardegna, spesso e volentieri, un buon bagno è solo il premio dopo una lunga fatica. Questo perché, soprattutto in Ogliastra (costa orientale), gli accessi alle spiagge sono veri e propri sentieri, che nulla hanno a che invidiare alle più note mete montane.
Tra queste escursioni, la più conosciuta è sicuramente Cala Goloritze, destinazione degli appassionati di mare e trekking. È situata nel territorio del Comune di Baunei (OG). Una volta lasciata l’auto al parcheggio di su Porteddu, sull’altopiano del Golgo (non parcheggiatela sotto gli alberi, potreste trovarvi una capra sul cofano intenta a cibarsi degli arbusti), il percorso che andremo ad affrontare si immerge per circa tre chilometri e mezzo nel Supramonte di Baunei, con un dislivello di 470 metri: circa un’ora di discesa e un’ora e mezza di salita al rientro, alla portata di tutti. Ma attenzione! Non sottovalutate l’escursione: nonostante il percorso sia facile, è bene attrezzarsi di scarpe da trekking e bastoncini; soprattutto la discesa potrebbe diventare piuttosto insidiosa a causa del fondo terroso, particolarmente sdrucciolevole; ricordate anche che non ci sono sorgenti; quindi, portate con voi una buona riserva di acqua.
Ultima avvertenza: qualora doveste decidere di dedicarvi a questo incantevole percorso in estate, ricordate che la spiaggia è a numero chiuso e quindi conviene prenotare. Costo del biglietto: 6 euro.
Vale lo stesso avvertimento di Cala Goloritzé…vi ristorerete con un bel bagno alla fine del percorso, ma questa escursione è decisamente più semplice. Antico approdo per le navi carbonifere che caricavano il prodotto estratto dal Supramonte e da Monte Nieddu.
Cala Sisine è forse la meno nota delle calette che costellano il golfo di Orosei, ma non per questo meno bella. Si arriva in auto sull’Altopiano del Golgo, dopo i ripidi tornanti che lo separano dall’abitato di Baunei. Arrivati all’altezza della chiesetta di San Pietro in Golgo, si lascia la strada asfalta per una meno comoda strada sterrata, che si snoda nel Supramonte di Baunei per 13 km. Per percorrerla è necessario un fuoristrada. Oppure, i più allenati (…o i più temerari) possono iniziare da qui l’escursione. Arrivati quindi nella radura di Planu ‘e Murta, dovremo obbligatoriamente lasciare il veicolo e completare gli ultimi due km a piedi, nel letto di un torrente perennemente in secca, che si percorre in poco meno di un’ora; dislivello complessivo 470 metri.
Lo spettacolo che ci attende all’antica foce è però qualcosa di assolutamente affascinante: una piccola spiaggia di circa 200 metri di lunghezza a cui fanno da cornice falesie a picco, che con la memoria ci riportano a paesaggi in quota. Anche qui facciamo attenzione a cosa avere sempre con noi: scarpe da trekking, bastoncini e acqua…ma ovviamente anche un comodo telo da mare nello zaino!
Spostandoci invece un po’ più a sud, nel territorio del Comune di Orosei, troviamo l’Oasi naturalistica di Bidderosa, con i suoi 860 ettari di macchia mediterranea e boschi, dove la fanno da padrone i pini, i ginepri e i lecci. In estate (da maggio a ottobre) l’ingresso nel parcheggio (che si trova a 13 km a nord di Orosei, percorrendo la SS 125) è limitato, ma l’accesso in bici e a piedi è libero, rispettando però il regolamento, necessario per salvaguardare l’ambiente.
L’area offre numerosi percorsi, adatti a chiunque, a partire dai 4 km per raggiungere la prima delle cinque spiagge, fino ad arrivare ai numerosi sentieri che attraversano il territorio, con cui si possono veramente comporre escursioni per tutti i gusti. Vi addentrerete nella macchia mediterranea e nei folti boschi, intervallati da possenti formazioni granitiche, fino ad arrivare alle meravigliose spiagge di finissima sabbia bianca, caratterizzate dai gigli marini e le rocce in granito. Portatevi acqua perché non ci sono punti di approvvigionamento e non dimenticate mai delle buone scarpe da trekking.
Nota accattivante: in diversi punti dell’Oasi è possibile usufruire di postazioni per il bird watching.
Tra i vari trekking in Sardegna. anche la penisola del Sinis (esattamente al centro della costa occidentale) offre numerosi percorsi. Uno dei più affascinanti è sicuramente quello che conduce dall’Oasi Naturalistica di Maimoni al borgo di San Giovanni di Sinis. Lasciata l’auto nei parcheggi della spiaggia di Maimoni, ci incammineremo verso sud sul sentiero che costeggia l’area di balneazione.
Alla nostra sinistra potremo ammirare una fitta macchia mediterranea, con una massiccia presenza di pini e ginepri, che spesso formano delle spettacolari opere d’arte, plasmate dal volere del Maestrale che qui imperversa per molti giorni dell’anno. Alla nostra destra, invece, non possiamo fare a meno di perderci nel blu intenso del mare, che si riflette nella candida sabbia di quarzo. Proprio qui, a ridosso della spiaggia, a un certo punto sarà possibile avvicinarsi a ciò che resta del relitto di un rimorchiatore, naufragato circa 20 anni fa. Poco più avanti, la torre aragonese di Seu, risalente al XVI secolo, spezza l’orizzonte con la sua imponenza.
Il sentiero, sempre adiacente alla spiaggia, ci conduce, dopo circa 7 km, al borgo di San Giovanni di Sinis. Antichissimo agglomerato di (poche) case, ove sarà possibile anche rifocillarsi in uno dei bar a disposizione per i turisti e visitare l’antichissima chiesa di San Giovanni, perla degli edifici protocristiani in Sardegna. Chi dovesse avere ancora “gambe” (non dimentichiamoci però che dovremo anche tornare indietro) può arrivare a visitare l’area archeologica di Tharros. Si tratta di un’antica città di origine fenicia a noi giunta nella sua veste romana.
Cosa c’è di più affascinante di un’isola nell’isola? Grazie alla sua funzione di grande istituto penitenziario, svolta per circa un secolo e mezzo, l’Asinara è rimasta fuori dalle speculazioni edilizie del secolo scorso, rimanendo un territorio per lo più selvaggio e con un ecosistema unico al mondo; potrete infatti ammirare numerose specie vegetali uniche e incontrare i dolcissimi asinelli bianchi.
L’escursione deve per forza iniziare con un traghetto. Consiglio di prendere quello da Porto Torres a Cala Reale, porticciolo centrale dell’isola. Da lì, lungo la spiaggia, è possibile raggiungere Cala d’Oliva, dove è presente un piccolo borgo, oggi senza abitanti. Lungo il tragitto, lungo circa 8 km, per lo più in pianura, sarà possibile addentrarsi nelle rovine del carcere di Trabuccato e ammirare il mare che ci farà compagnia durante quasi tutto il cammino.
Sulle spiagge sono presenti diversi gazebo in legno, utili per una sosta. Poche centinaia di metri prima di Cala d’Oliva incontreremo una piccola oasi in un boschetto, luogo ideale per rifocillarsi. Una volta giunti alla meta sarà possibile fare diverse visite; da non perdere il piccolo carcere, uno dei più antichi presenti sull’Isola. L’escursione non necessita di particolari attrezzature, ma io consiglio sempre dei buoni scarponi da trekking. Anche in questo caso portate acqua, non incontrerete sorgenti.
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