
L’Appalachian Trail è uno dei cammini più lunghi e suggestivi d’America: un itinerario escursionistico che attraversa gli Stati Uniti orientali, collegando la Georgia al Maine lungo oltre 3.500 chilometri di paesaggi incontaminati. È una linea di sentiero che diventa anche una linea di pensiero, un percorso di libertà e introspezione che da quasi un secolo attira camminatori da ogni parte del mondo.
L’idea dell’Appalachian Trail nacque negli anni Venti grazie a Benton MacKaye, un pianificatore regionale che immaginò un grande corridoio naturale lungo gli Appalachi, dove città e wilderness potessero convivere in equilibrio. Nel 1925 venne fondata l’Appalachian Trail Conservancy (ATC), l’organizzazione che ancora oggi gestisce e protegge il sentiero. La prima sezione ufficiale fu aperta nel 1923 nello stato di New York, e nel 1937 l’intero percorso fu completato. Nel 1968, con l’approvazione del National Trails System Act, il Trail ottenne lo status di National Scenic Trail, entrando ufficialmente nel sistema dei parchi nazionali americani.
Da allora, il suo tracciato è stato più volte modificato e migliorato per ragioni ambientali, rendendolo un modello di cooperazione tra enti pubblici, volontari e comunità locali.

Camminare sull’Appalachian Trail è un’esperienza che unisce natura e introspezione. Lo zaino diventa casa, il bosco un compagno di viaggio, il silenzio un linguaggio nuovo.
Gli escursionisti scelgono due approcci principali: Thru-hiking (ossia percorrere l’intero sentiero in un’unica stagione, in circa 5-7 mesi) e Section-hiking (cioè affrontare il percorso a tratti, completandolo nel corso di più anni). Per vari motivi, tra cui la difficoltà nell’ottenere un visto turistico per vari mesi, gli escursionisti non americani solitamente scelgono la seconda opzione.
Lungo il cammino si può dormire nei rifugi in legno (shelters) che sono distribuiti lungo tutto il cammino e che sono quasi sempre gratuiti. In alternativa, si può anche campeggiare in aree designate o talvolta pernottare in hotel quando si incontrano piccoli villaggi e cittadine lungo la via. Sempre nelle cittadine è possibile rifornirsi di cibo, ma è necessario calcolare per quanti giorni si camminerà nella natura per portarsi dietro una scorta sufficiente.
Prima di intraprendere un’avventura negli Stati Uniti — anche solo per percorrere un tratto dell’Appalachian Trail — è però essenziale ricordare un aspetto spesso sottovalutato: l’assicurazione viaggio. Negli USA, infatti, le spese mediche sono tra le più alte al mondo, e un semplice infortunio o un intervento di soccorso può comportare costi enormi. Avere una polizza che copra le emergenze sanitarie, il rimpatrio e l’eventuale evacuazione in elicottero non è un dettaglio burocratico, ma una reale forma di tutela. Un viaggio così intenso merita di essere affrontato con libertà, ma anche con responsabilità e sicurezza. Per acquistare la polizza più adatta consigliamo la guida redatta da Lorenzo Puliti di viaggi-usa.it, sito specializzato in viaggi negli Stati Uniti.

L’Appalachian Trail si estende per oltre 2.190 miglia (circa 3.500 chilometri) e attraversa ben 14 stati USA: Georgia, North Carolina, Tennessee, Virginia, West Virginia, Maryland, Pennsylvania, New Jersey, New York, Connecticut, Massachusetts, Vermont, New Hampshire e Maine.
Il punto d’inizio meridionale è la vetta della Springer Mountain in Georgia, mentre il traguardo settentrionale è rappresentato dalla vetta del Mount Katahdin, nel cuore del Maine. Oltre il 99% del sentiero si trova su terreni pubblici, aree protette o parchi nazionali. La manutenzione è curata da oltre 6.000 volontari che, ogni anno, si occupano di preservare la sicurezza e l’integrità di questo straordinario patrimonio naturale.
Essendo così lungo e articolato, il paesaggio che si attraversa percorrendolo è estremamente vario: si passa da foreste di querce a vette rocciose e laghi glaciali. Sempre per la sua varietà, presenta sezioni relativamente semplici ed accessibili e altre che sono invece molto tecniche e impegnative. In ogni sezione del percorso si trovano luoghi belli paesaggisticamente, che possono essere scelti per un trekking di qualche giorno. Fra gli altri, meritano una menzione speciale il Great Smoky Mountains National Park (fra North Carolina e Tennessee), lo Shenandoah National Park (in Virginia) e il Mount Katahdin (in Maine).

Il periodo ideale per affrontare l’Appalachian Trail varia in base alla zona. Negli stati più a sud (in particolare Georgia e Virginia) il periodo ideale è quello primaverile da marzo a giugno, con temperature miti e natura in fiore, oppure i mesi autunnali. In estate infatti c’è il rischio di soffrire molto il caldo. Negli stati più settentrionali, quelli del New England, è bene andare in estate, da giugno a settembre, per evitare il freddo. Qui le prime nevicate in quota arrivano in autunno.
Gli incontri con la fauna sono parte integrante dell’esperienza: cervi, scoiattoli, uccelli rapaci e numerose altre specie selvatiche si incontrano con discreta facilità lungo l’itinerario. A seconda delle zone, è più facile imbattersi nell’una o nell’altra specie.
A differenza di altre zone degli Stati Uniti, qui non ci sono orsi bruni (grizzly), tuttavia è possibile imbattersi negli orsi neri, che vanno rispettati e osservati a distanza. Non sono pericolosi come i grizzly, ma possono essere attirati dall’odore del cibo. Ecco perché è fondamentale conservare tutte le provviste in appositi contenitori anti-orso. Si tratta di bidoncini ermetici che si possono acquistare online o nei negozi specializzati.
L’Appalachian Trail è affascinante, ma non va preso sottogamba. Se lo si vuole percorrere per un tratto di molti giorni, richiede preparazione tecnica, resistenza e spirito di adattamento. Infatti il terreno cambia a seconda della zona e si possono trovare pietraie, fango, tratti esposti e segmenti di sentiero impervio. Inoltre, a seconda del periodo dell’anno, è necessario munirsi di abbigliamento differente a seconda delle temperature e delle condizioni meteo che si possono trovare.
Chi intraprende questo cammino deve considerarlo una vera avventura, ma da pianificare con attenzione. È bene essere allenati a camminare molte ore con uno zaino pesante e portare un equipaggiamento leggero ma completo: scarponi robusti, abbigliamento tecnico, sacco a pelo, tenda o amaca. Bisogna inoltre portare con sé mappe aggiornate o app GPS offline. Se si fanno tratte molto lunghe, è fondamentale anche pianificare i punti di rifornimento: molti camminatori si spediscono pacchi di provviste ai piccoli uffici postali lungo la via, per essere riforniti dove non è possibile acquistare cibo per vari giorni.
Oggi l’Appalachian Trail è un’icona dell’escursionismo mondiale e un simbolo di cooperazione tra istituzioni, volontari e comunità locali. È anche un corridoio ecologico di importanza straordinaria, che attraversa habitat diversissimi e ospita migliaia di specie vegetali e animali. Culturalmente, rappresenta una metafora potente del viaggio interiore: camminare lungo gli Appalachi significa attraversare se stessi, riscoprendo la lentezza e la semplicità.
Nel tempo il sentiero è entrato anche nella cultura popolare americana. Libri, diari e film hanno raccontato con ironia e poesia le sfide e le meraviglie di questo percorso. L’A.T. non è solo una via fisica, ma anche spirituale: un luogo in cui la fatica si trasforma in consapevolezza. Più che un trekking, l’Appalachian Trail è una scuola di autonomia, dove si impara a vivere con poco e ad affidarsi ai propri mezzi, passo dopo passo.

Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 della gestione editoriale del sito GoodTrekking portando avanti la mia passione per il trekking e l'outdoor
Si trova in Umbria, nella Piana di Foligno, ed è nota come la città dei mestieri ...
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