Questo percorso ci ha portati già in una spirale di sorprese, una crescita che poche esperienze nella vita ci permettono di avere. Ma se mentre programmiamo il nostro viaggio ci assicuriamo che passeremo da Aosta percorrendo la Via Francigena in autunno, troveremo un livello aggiunto di magia. Uno strato sottile di polvere fatata ricopre quel paesaggio dorato. E allora alziamoci dal letto dell’ostello che ci ha accolti ad Echevennoz, facciamo un’abbondante colazione e prepariamoci a percorrere 13,9 km. Prepariamoci a camminare su un tappeto rosso che le foglie hanno steso per noi, e proprio quando pensavamo di non poterci sorprendere di più impariamo a vedere il mondo con gli occhi dei nostri bambini.
Per giungere ad Aosta la Via Francigena ci conduce attraverso un portale per il passato. Camminiamo in avanti mentre ci sembra che il tempo scorra all’indietro. Passiamo accanto ad un capolavoro di ingegneria idraulica molto antico: i Rus. È questa la prima parte del nostro percorso attraverso la Via Francigena per arrivare ad Aosta. Camminiamo lentamente su quelle foglie rosse e ritorniamo piccoli. Pestiamo sulle foglie secche e sentiamo quel rumore che ci diverte. Lo scorrere dell’acqua diventa la nostra terapia. Mentre gli alberi attorno a noi ci raccontano le loro storie attraverso il vento che ci scompiglia i capelli, arriviamo nella seconda parte del nostro cammino. La Via Francigena verso Aosta ci fa avventurare tra i frutteti, respirando quei profumi che ci giungono alle narici come una carezza ai sensi. Ecco che mentre ci concentriamo su quelle sensazioni così calde, alziamo gli occhi e siamo a destinazione.
La storia di questa meraviglia per gli occhi ha inizio in epoca romana. La Via Francigena ci conduce sulle tracce del passato: infatti, Aosta fu fondata proprio dai romani nel 25 a.C., agli albori dell’epoca augustea. La forte connotazione romana degli elementi urbanistici le fece guadagnare il soprannome di “Roma delle Alpi“. La maggior parte dei resti romani sono ancora visibili. Tra le varie affascinanti rovine troviamo la Porta Pretoria, il teatro, un ponte, l’Arco d’Augusto, la cinta muraria (conservata perfettamente) e il criptoportico forense. Quando fu fondata, Aosta fu urbanisticamente progettata con un concetto ortogonale, nelle cosiddette insulae. Tale struttura è ancora oggi ben leggibile. La meraviglia di vedere i sussurri del passato ancora ben radicati nel presente è un qualcosa di difficilmente descrivibile. Proviamo un’emozione unica nel suo genere. Non ci serve darle un nome, ci basta ascoltarla.
Non appena saremo arrivati ad Aosta, dopo esserci riposati a dovere, sarà meraviglioso girare per la cittadina e divertirci a perderci tra passato e presente. Successivamente, quando si fa buio e le nostre gambe iniziano a farsi sentire, avremo bisogno di un posto dove dormire. Purtroppo ad Aosta non vi sono strutture che si occupano prettamente dell’accoglienza dei pellegrini della Via Francigena, ma troviamo molti appartamenti ed hotel perfetti per una nottata più che confortevole. Ad esempio, abbiamo gli Aosta Centre Apartments, veramente moderni e giusti per chi preferisce la privacy del fai da te. Se invece ti piacciono di più gli hotel, ecco che Hotel Cecchin arriva in nostro aiuto. Con ottime recensioni, è ideale per il comfort di un’ottima colazione pronta ad aspettarci per ricaricarci a dovere.
Non vorrai andare via da Aosta senza aver assaggiato qualcosa di tipico? Ricordati che il Lard d’Arnad DOP e la fontina sono dei must try!
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Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.
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