Acqua cristallina che si insinua tra le rocce laviche nere come carbone, piccole pozze marine che sembrano scolpite e tutto ciò per un bagno diverso dal solito. Anche l’Italia ha i suoi cenotes, non siamo alle Maldive, ma nel nostro amato stivale, in Sicilia: andiamo a Linosa, a scoprire la Piscina Naturale di Linosa, che ti fa dimenticare che esiste il resto del mondo.
Siamo sulla piccola isoletta di Linosa, parte dell’Arcipelago delle Pelagie (a braccetto con Lampedusa e Lampione) a fare un’area marina protetta. La brezza accarezza le coste tutto l’anno, e mettendoci piede troviamo uno spazio senza tempo ove pure l’orologio onora sua maestà natura. Ci vivono circa 450 persone, tutte in un borghetto anni ’50.
Per arrivare al porto prendiamo il traghetto (oppure l’aliscafo) da Lampedusa, servizio offerto praticamente quotidianamente. I collegamenti variano parecchio: ci sono sulle 21 partenze settimanali in alta stagione che scendono a malapena a 4 in bassa stagione, pianificate bene.
In un’ora circa siamo al porto, al massimo 2 ore e 40 a seconda della compagnia. Dimenticati dell’auto: qui ci si muove a piedi, in bici o con lo scooter (facilmente noleggiabili sull’isola). È sufficientemente piccola da essere percorsa in giornata, ma grande abbastanza da farti sentire in un altro mondo.
E se già il paesino sembra un quadro impressionista, la parte nord di Linosa ha tutt’altro sapore. La Piscina Naturale di Linosa sta nella punta nord-orientale dell’isola e ci si arriva tranquillamente con una camminata da 45 minuti, o 15 di bicicletta. Il percorso è effettivamente semplice: segui le indicazioni per Contrada Punta Arena Bianca, poi Via Pozzolana, Via a 30, Via Mannarazza e infine Contrada Bovi Marini. La Piscina Naturale sta a destra. La strada è una sola, non puoi sbagliare.
Nel tragitto il paesaggio cambia, diventando velocemente più selvaggio e le rocce laviche cominciano a dominare la scena. Quando arrivi capisci perché, giustamente, la chiamano Piscina Naturale: non è una vasca sola, ma tante piccole pozzette d’acqua marina separate, collegate al mare aperto tramite una grotta sottomarina. L’acqua si rinnova costantemente, rimanendo cristallina e fresca anche nei giorni caldi, senza diventare brodo.
La storia di Linosa è particulaire: nel 1845, per volere di Re Ferdinando II di Borbone, un gruppo di 30 persone guidate da Bernardo Sanvisente colonizza quest’isola che fino ad allora era disabitata. Fu un mezzo esperimento sociale in mezzo al mare. Questo però trascende la storia effettiva, più antica: romani, greci, fenici e pure arabi hanno usato Linosa come punto di sosta durante le navigazioni. E infatti, se fai immersione, trovi resti di anfore e relitti antichi, specie a 25 metri di profondità.
Non è una leggenda, sia ben chiaro: i fondali sono pieni zeppi di reperti archeologici. Logicamente è una delle mete preferite in Italia degli archeologi subacquei. Rimane una cosa da da ricordare, però, ossia che la Piscina Naturale di Linosa rimane un insieme di piccole piscine naturali scavate nella roccia lavica: alcune sono profonde pochi centimetri ed altre permettono il nuoto, ed essendo acqua salata, ospitano piccoli pesci che nuotano a prescindere da te. Attenzione però alle rocce, che possono essere taglienti. Usa le scarpette da scoglio, e vai al mattino presto o nel tardo pomeriggio, per evitare le rocce roventi e che l’acqua diventi brodo, anche contando il ricambio d’acqua.
Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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