Anche in Italia c’è una piccola Petra! Si trova in Abruzzo nel paesaggio unico delle gole del Parco Nazionale della Majella

Emma Valenti  | 16 Dic 2023

Petra: un museo a cielo aperto, una testimonianza forte, potente di ciò che fu. E chi ha detto che dobbiamo andare in Giordania per avere un’esperienza altrettanto mozzafiato? Il monastero di San Martino, all’interno del Parco Nazionale della Majella, è una delle chicche più sorprendenti dell’Abruzzo. Un’esperienza davvero unica nel suo genere, che ci accompagna nei nostri sogni e, una volta rimasta con noi, non se ne va più. Scopriamola insieme.

Petra in Italia: l’ombra nascosta nel monastero di San Martino…la storia

Stando di fronte al monastero di San Martino, siamo di fronte ad un’antica abbazia benedettina ormai allo stato di rovina. Eccoci in prossimità delle Gole di Fara San Martino, in Abruzzo, in provincia di Chieti. Entrando in quelle mura, entriamo nella storia che all’interno di quel confine rimbomba. I primissimi accenni al monastero di San Martino ci giungono da voci dell’829. Quelle prime fonti elencano la nostra piccola Petra come un possedimento del monastero di Santo Stefano in Lucania di Tornareccio. Fu un dono di Pipino il Breve. Passiamo però all’844. A questo punto è il vescovo di Spoleto a ritenere il possesso del monastero di San Martino. Passa poi tra i possedimenti dell’abbazia di San Liberatore a Majella. Nel 1044 il conte teatino Credindeo era in punto di morte, e in un disperato atto di redenzione della propria anima lo donò al sacerdote Isberto, perché la potesse rendere un Monastero benedettino indipendente.

Ciò che è rimasto del monastero di San Martino: un sussurro proveniente da lontano sotto forma di rovine

monastero di San Martino Abruzzo navata

Ma che cosa possiamo vedere oggi? Ciò che è rimasto è un altamente affascinante rudere che ci mostra un cancello che si apriva verso il cortile, il cui perimetro era segnato da un portico con tre arcate. Sul versante nord possiamo immaginare ancora lo splendore una volta vissuto nel campanile a vela. La chiesa del monastero di San Martino era composta da ben tre navate; quella settentrionale e quella centrale erano divise da un muro che presentava tre arcate. Sulle rovine di quel muro un timido velo ci rivela la presenza di antichi affreschi. Possiamo ancora vedere chiaramente i resti dei gradini in pietra ove sedeva il coro. Il fulcro della chiesa era scavato nella roccia, il che ci fa pensare ad una sua possibile funzione di eremo. La posizione tra le Gole di Fara San Martino rendono questa struttura ancora più misteriosa. Questo meraviglioso monastero ci accoglie con un’aura di antichità attorno a sé che non può fare altro che lasciarci a bocca aperta, pronti ad ammirare.

Informazioni utili

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Credit dell’immagine in evidenza: it.wikipedia.org

Credit dell’immagine nel secondo paragrafo: it.wikipedia.org

 

Emma Valenti
Emma Valenti

Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.



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